Fra le tante scelte che apparentemente la vita ci propone
c’è anche quella di dover decidere se dire qualcosa in cui crediamo, ma che
potrebbe risultare impopolare alla maggior parte della gente o tacere.
Io sono quello delle scelte impopolari. Ed anche ciò che sto
per scrivere risulterà sicuramente poco gradito ai più se non considerato una
specie di blasfemia.
Non sono un teologo, quindi non ho la pretesa di fare una
analisi colta. Quello che voglio esprimere è l’opinione dell’uomo della strada
che deve vedersela con i mutui, con le bollette, con il vicino di casa
rompiscatole, che ogni giorno pensa al pranzo ed alla cena. Ciò non di meno,
anche l’uomo della strada a volte si pone delle domande più “spirituali”, o
intellettuali ( a seconda se si creda nell’esistenza dello spirito o meno).
Io credo profondamente nella parola e negli insegnamenti di
Cristo, ma attenzione non tanto per quanto riguarda l’esistenza di una vita
ultraterrena (per lo meno ultimamente non ne sono più tanto sicuro), quanto per
le implicazioni pratiche che possono avere nella vita degli esseri umani e non
solo. Trovo quelle regole geniali. Al giorno d’oggi, magari ci sembrano quasi
ovvie, ma non sono certo che lo fossero 2000 anni fa.
Certo è che quando guardo alla chiesa faccio davvero fatica
a ritrovare il riflesso di quegli insegnamenti.
Mi sembra che la chiesa abbia costruito l’immenso numero di
consensi di cui oggi gode, unicamente sulla promessa/speranza di una vita dopo
la morte per il raggiungimento della quale dobbiamo comportarci in un certo
modo adesso.
La chiesa in effetti mi sembra una multinazionale che
sicuramente, almeno da quello che si vede non può essere definita senza scopo
di lucro e si regge in piedi con contribuzioni volontarie dei suoi seguaci, o
con la vendita di prodotti di vario genere, tra cui perfino prestazioni delle
quali godere nella seconda vita (vedi le indulgenze).
Ma Gesù Cristo non si era arrabbiato tantissimo quando aveva
scoperto che il tempio di Gerusalemme era diventato un mercato ?
Ad ogni modo tutte queste pratiche hanno sempre trovato
largo consenso e seguito a dispetto dei principi cristiani di amore,
uguaglianza e fratellanza come è avvenuto con le crociate o con l’inquisizione,
giusto per fare esempi noti a tutti.
Ed è proprio per mantenere questo consenso che la chiesa
mette in pratica mosse populiste e demagogiche che funzionano con le masse, ma
ovviamente provocano il malcontento della parte più intellettuale della
popolazione.
Il malcontento c’è sempre stato e sempre ci sarà, ma non
importa. I dissidenti non costituiscono l’obiettivo della chiesa, a meno che
questi non siano in grado di muovere le grandi masse, come è avvenuto in un
passato recente con il comunismo, che pure ha tra i suoi ideali, principi molto
vicini agli insegnamenti cristiani e che la chiesa ha combattuto screditandolo
piuttosto che appoggiarlo, come invece sarebbe stato naturale.
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