Faccio una brevissima premessa, perché non mi piace sul mio blog scrivere di politica, ma a volte dovrei mordermi le mani fino ai gomiti per non farlo.
La premessa è la seguente: sono il primo a dire che le opposizioni debbano fare con impegno il loro lavoro, e con il governo che ci ritroviamo, è lampante che di lavoro le opposizioni ne hanno tanto, gli sforzi, però dovrebbero essere focalizzati verso gli errori del governo (non c'è che l'imbarazzo della scelta) non verso i provvedimenti, potenzialmente, positivi. Fine della premessa.
Secondo me qualsiasi italiano con veramente un minimo di cultura, dovrebbe solamente essere contento di un disegno di legge che favorisca lo studio del latino e della storia nelle scuole dell'obbligo. Non fosse altro per i disastri, attualmente visibili, causati proprio dalla eliminazione di queste importanti materie.
Adesso, io non voglio fare quello che inventa l'acqua calda.
"Non si impara il latino e il greco per parlare queste lingue, per fare i camerieri o gli interpreti o che so io. Si imparano per conoscere la civiltà dei due popoli, la cui vita si pone come base della cultura mondiale. La lingua latina o greca si impara secondo grammatica, un po' meccanicamente: ma c'è molta esagerazione nell'accusa di meccanicità e aridità. Si ha che fare con dei ragazzetti, ai quali occorre far contrarre certe abitudini di diligenza, di esattezza, di compostezza fisica, di concentrazione psichica in determinati oggetti. Uno studioso di trenta-quarant'anni sarebbe capace di stare a tavolino sedici ore filate, se da bambino non avesse coattivamente, per coercizione meccanica assunto le abitudini psicofisiche conformi? Se si vogliono allevare anche degli studiosi, occorre incominciare da lì e occorre premere su tutti per avere quelle migliaia, o centinaia, o anche solo dozzine di studiosi di gran nerbo, di cui ogni civiltà ha bisogno". Così scriveva Antonio Gramsci che, sinceramente a me, proprio di destra non sembra.
Semmai il lavoro delle opposizioni, dovrebbe consistere nel vigilare in parlamento e combattere affinché la legge venga stilata ed applicata in modo sensato.
La storia non è solo la storia antica. Studiare la storia significa anche studiare come e perché, ad esempio, nel secolo scorso in Europa siano nati i regimi totalitari suprematisti e ricordare la distruzione a cui hanno portato, perché se si perde la memoria di questi fatti, si ricadrà inevitabilmente negli stessi errori.
"Se l’Italia avesse cura della sua storia, della sua memoria, si accorgerebbe che i regimi non nascono dal nulla" - Pier Paolo Pasolini -
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