venerdì 6 dicembre 2024

La mia arte


Didascalie fallite ha la mia arte,

sogni senza cassetti dove riposare.

Come una zingara piano scopre le sue carte,

svelando un passato da non ricordare.

Nuovi passi si mescolano a gesti sempre uguali,

sfidano un’aria fragile di luoghi sconosciuti,

di eventi inaspettati, di incontri occasionali,

verso mete sgradevoli e cumuli di rifiuti.



Nella figura un'opera di Tim Noble & Sue Webster 

martedì 3 dicembre 2024

C’era una volta il “bene durevole”

 



C’era una volta il “bene durevole”.

È una locuzione, questa che sembra stia cadendo in disuso, forse un po’ per pudore, perché in effetti i beni durevoli tendono a durare sempre meno, rosicchiando sempre più la distanza dai “beni di consumo”.

Fatto sta che oggi le case automobilistiche piangono miseria lamentando forti cali nelle vendite, dimenticando che le automobili si connotano più come beni durevoli che non come beni di consumo come i loro amministratori e presidenti probabilmente desidererebbero. I beni durevoli, infatti raggiungono un punto di saturazione legato al loro proprio ciclo di vita, e quindi ,non ci si può aspettare che ciascuno sostituisca il proprio mezzo a quattro ruote ogni tre o quattro anni, specie con gli altissimi prezzi attuali. Fra l’altro, gli stratagemmi studiati dalle industrie di autoveicoli per aumentare le vendite possono indurre i clienti a cascarci all’inizio, ma poi, un po’ per mancanza di disponibilità economica, un po’ perché “cca nisciuno è fesso”, in pochi si lasciano abbindolare. Infatti, aumentare progressivamente i veicoli di dotazioni elettroniche che a lungo andare si dimostrano puri “giocattoli” non serve più e ormai quasi tutti hanno capito che l’auto elettrica o ibrida non è una soluzione sostenibile né a livello ambientale né a livello economico, e non è nemmeno pratica.

Ma l’industria delle automobili è stata da me presa solo come esempio. In realtà tutti i cosiddetti beni durevoli prodotti industrialmente subiscono prima o poi la stessa sorte. D’altra parte lo sviluppo sempre più rapido della robotica e dell’intelligenza artificiale sta permettendo la riduzione drastica della mano d’opera umana, non solo nelle linee di produzione, ma anche negli uffici.

Ci saremmo aspettati che la riduzione di tale mano d’opera si sarebbe rispecchiata in una corrispondente riduzione dei prezzi, ma di fatto, così non è stato ed allora io mi chiedo: dove vanno a finire tutti questi soldi?

Il sospetto è che vadano unicamente ad ingrossare i conti in banca delle proprietà, mentre gli operai e gli impiegati delle industrie (e non solo) vedono calare il potere d’acquisto dei loro salari.

Dov’è allora la soluzione? In linea teorica le innovazioni tecnologiche sarebbero dovute servire a far lavorare l’uomo per meno tempo mantenendo intatto il valore della retribuzione che dovrebbe essere commisurata al controvalore della produzione e non alle ore lavorate, in questo modo però i datori di lavoro non vedrebbero più aumentare a dismisura i loro profitti.

Qualcuno chiama questo stato di cose sistema capitalistico-consumistico.


giovedì 28 novembre 2024

venerdì 8 novembre 2024

Atteggiamenti

 


Penso che ad ognuno di noi sia capitato di sentirsi frustrato per i comportamenti di superiori incapaci, governanti inetti, o in generale di venire a contatto con persone che occupano posizioni di responsabilità senza averne le capacità. È abbastanza normale

Se però facessimo un esame di coscienza e fossimo capaci di farlo in maniera obiettiva, potremmo scoprire che esistono tre diversi atteggiamenti:

1)      Accettazione rassegnata. Pensare che sono cose più grandi di noi e non siamo nella posizione di poter fare nulla;

2)      Aspirazione a raggiungere la posizione di cui ci stiamo lamentando, per poi accorgerci che una volta raggiuntala ci comporteremmo esattamente come la persona che criticavamo, ma siamo contenti, perché adesso abbiamo il coltello dalla parte del manico.

3)      Azione. Per fare in modo che le cose cambino in meglio, non solo per noi personalmente, ma per tutta la comunità. Questa è la cosa più difficile e sono veramente pochissime le persone che scelgono questa strada, perché costa fatica, disagi e spesso può comportare anche danni personali.

E tu quale atteggiamento hai? Dillo solo a te stesso e sii sincero.

 

Il dipinto è di Honorè Daumier

mercoledì 6 novembre 2024

Superficialità

 


Viviamo in un mondo ricco di particolari che solo in pochissimi, che diventano quasi tutti artisti, riescono a notare. Questo avviene perché la maggior parte delle persone è composta da esseri umani frettolosi, che non hanno nessun interesse a capire, ma vogliono giungere in fretta alla conclusione. Se guardano qualcosa, si soffermano solo sulla forma macroscopica, non cercano di scoprire come i dettagli la influenzano. Quando leggono un testo, il loro obiettivo è di intenderne il significato ultimo e non fanno caso alle sfumature dei significati di ogni singola parola o alle intenzioni di ogni singola frase. Se poi si tratta di un testo che pensano di conoscere già, non si preoccupano minimamente di verificare se il testo è stato riportato fedelmente o è stato modificato per cambiarne il significato.

In parole povere, anche se quasi nessuno pensa di esserlo, siamo degli esseri superficiali che pensano di perdere tempo se si soffermano ad andare in profondità delle cose e rimangono a galleggiare sulle proprie convinzioni, lasciandosi sconvolgere dal fortunale, quando arriva.

sabato 12 ottobre 2024

Chi non osa

 

Disprezzo profondamente chi non osa, chi non sperimenta. Chi non si chiede che cosa vuole, che cosa cerca. Chi non si chiede se quello che vuole lo vuole lui o qualcun altro per lui. Chi si uniforma. Chi sceglie cose che non ha scelto, ma non lo sa, perché non si chiede se lo sa, non si chiede che cosa sa.

Il dipinto è di Eugenio de Blaas

venerdì 11 ottobre 2024

Mai perdoneremo

 

Quello che non perdoneremo mai agli altri sono i nostri difetti

Il dipinto è di Picasso

martedì 8 ottobre 2024

Amare chi ci ama


 

Se infatti amate quelli che vi amano, che premio ne avete? Non fanno lo stesso anche i pubblicani? E se salutate soltanto i vostri fratelli, che fate di straordinario? Non fanno anche i pagani altrettanto? [Matteo 5, 46-47]

Non saprei dire con certezza se sono credente o meno, certo è, però, che sono convinto che Gesù Cristo sia stato un fine filosofo e psicologo, anche se quest’ultimo termine non era ancora in voga ai tempi in cui lui ha vissuto.

È vero che le sue manifestazioni sono più facili quando esso è reciproco, ma l’amore è un sentimento, anzi, probabilmente è il più folle ed inspiegabile dei sentimenti, per cui è totalmente vano cercare di spiegarlo.

Sarebbe troppo semplice amare solo se si è amati o cercare di dare una spiegazione razionale all’amore riducendolo a quello che si prova per qualcuno che ci tratta sempre bene o che non delude mai le nostre aspettative. A me questa sembra una visione troppo narcisistica dell’amore in cui si ama qualcuno come riflesso dell’amore per noi stessi.

Per me l’amore non è un “do ut des” ma qualcosa che succede, che non si riesce a spiegare e non cessa anche se non è ricambiato. Tutt’al più può essere nascosto, ma non certo eliminato.

Come non essere d'accordo con Gesù? Troppo facile amare chi ci ama.

 Il dipinto è di Caravaggio

venerdì 4 ottobre 2024

Non poterò l’ortensia

 


Non poterò l’ortensia.

Non le imporrò l’aspetto.

Lascerò il ramo secco.

tra i rami fioriti d’estate,

ricordarmi le foglie

ed i fiori che non cresceranno.



lunedì 30 settembre 2024

Segreti

 

Ognuno ha un segreto,

Si dibatte nell’ombra,

come schiuma  ribelle.

Ognuno ha un rimpianto

custodito in un angolo,

zavorra lasciata dal tempo.

Ognuno ha un rimpianto segreto.

Ognuno ha un cammino smarrito.

martedì 17 settembre 2024

Un capolavoro

 



Un popolo di individui senza diversità

replica, grigio,  monotoni gesti e parole.

Atterrito da un fato nemico di anime sole,

baratta con miseri giorni banali la felicità.

Nessuno t’incontra annegata in quei formicai

perché non hai niente in comune con loro.

Ma chi ti ha capita ha trovato  un capolavoro,

nel suo cuore perduto non invecchierai mai.






martedì 10 settembre 2024

Ricordi

 


Guardo la pioggia mesta ripulire tutto,

portare via macerie senza fondamenti.

Come ricordi inutili, fiori privi di frutto,

stravaganti vestigia di emozioni assenti.

Restano sul selciato pochi segni consunti,

difficili da lavare, intimi solchi scheggiati.

Presto e inattesi, nuovi vengono aggiunti.

Ricoprono rimpianti quasi dimenticati,

della lebbra di memorie eternamente unti.


Il dipinto è di Claude Monet

giovedì 5 settembre 2024

Tutti possono sbagliare

 


Tutti possono sbagliare e, probabilmente, non sarebbe giusto biasimare qualcuno per un errore commesso, se in buona fede, anche se è vero che alcuni errori possono essere più deleteri di altri.

Naturalmente, chi ha commesso l’errore, dovrebbe per onestà farsi carico di riparare la mancanza appena possibile ed accollarsi le conseguenze per non essere tacciato di dolo.

Che il ministro Sangiuliano sia stato l’autore di numerose “gaffes” che non si addicono alla posizione ricoperta, non è un segreto per nessuno e non vale la pena di ricordarle, tutte le volte, perché, ormai note a tutti. Dopo l’ennesimo, ultimo (speriamo), passo falso del ministro riguardo al ruolo della signora Boccia, forse un po’ più grave dei precedenti, il ministro ha pensato bene di rassegnare le dimissioni al capo del governo, il quale (o la quale) ha deciso di respingerle.

Adesso io mi chiedo il motivo di questo respingimento.

Che cosa altro avrebbe dovuto combinare affinché fossero accettate?

E che nessuno mi venga a dire che occorre chiarire la situazione, perché qui non si tratta di una singola situazione, ma appunto di una serie di sciocchezze commesse in un tempo relativamente breve.

Questa, a mio modesto parere, era una situazione da cogliere al volo!

 

Solo per chiarire, l’errore a cui mi riferivo nel primo capoverso è quello di avere nominato Gennaro Sangiuliano ministro di questo governo.

lunedì 12 agosto 2024

Olimpiadi 2024

 


La fiamma Olimpica si è spenta anche sui giochi di Parigi 2024.

Al di la di tutte le polemiche, delle quali l'essere umano non riesce a fare a meno, per me, queste Olimpiadi saranno ricordate come quelle dei malati di protagonismo.

Di coloro, che perfettamente al passo con i tempi, più delle prestazioni nelle singole specialità e della sana competizione sportiva, hanno desiderato mettersi in mostra sui "media" e sui "social" non esitando a portare in piazza tutte le loro questioni personali pur di ottenere qualche "like" in più.

Altre parole, non vale la pena spendere.

O tempora, o mores!

mercoledì 17 luglio 2024

Solo una partita


 Tac! 

Rotola la biglia sul tappeto verde

addormentato sopra un marmo gelido.

La sponda devia un colpo entusiasta,

Un'altra sponda segna la retta via.

Tac! Tac!

Il doppio bersaglio è infine preso

e la carambola il tiro ha premiato.

Forte dell'esperienza guadagnata,

la stecca tratto sempre più audace.

Mirando a un guizzo langue la partita,

finché la voglia di giocare sia finita.


domenica 16 giugno 2024

Io cado

 


Da questa ed altre cose io cado.

e cadendo traccio strisce banali

in un tempo destinato a sparire.

Alle brillanti cose, uno sguardo

ed un pensiero al mio girovagare,

ad una meta casuale diventata mia.

sabato 8 giugno 2024

VINCIT QUI PATITUR

 


"VINCIT QUI PATITUR"

Il motto latino che considero il mio motto! 

La traduzione letterale sarebbe "vince chi resiste", ma molti oggi tendono omologarlo all'italiano "chi la dura la vince". In italiano potrebbe anche andare bene, ma in latino che era una lingua precisa, no.

Chi la dura la vince, infatti tende a mettere più l'accento sulla insistenza, sull'intestardirsi, sul voler continuare a ripetere qualcosa per il risultato a cui si aspira. Il motto latino invece implica più un sapere aspettare con pazienza, resistere appunto senza intestardirsi sulle stesse azioni, anzi portando, al limite a rivedere le proprie convinzioni in una sorta di lungimiranza illuminata. Resistono anche le foglie dell'albero sotto la pioggia, che si piegano, lasciando scivolare via l'acqua, ma tornano in grado di fare quello per cui sono spuntate.

Ecco perché preferisco di gran lunga la versione latina.

giovedì 6 giugno 2024

mercoledì 22 maggio 2024

Diventa ciò che sei

 

"La felicità non dipende tanto dal piacere, dall'amore, dalla considerazione o dell'ammirazione altrui, quanto dalla piena accettazione di sé, che Nietzsche ha sintetizzato nell'aforisma: "Diventa ciò che sei".

Così scrive Umberto Galimberti ne "I miti del nostro tempo", affrettandosi a specificare, e sintetizzo, che il problema sta tutto nella formulazione dei desideri a cui tendiamo.

Quello che mi viene da pensare è che per poter accettare il proprio sé, prima di tutto bisogna identificarlo con precisione. Se è vero che, oltre che del nostro corpo, noi siamo fatti delle nostre esperienze, dei posti dove siamo stati, delle interazioni con le persone che ci stanno vicine, dei nostri studi, delle nostre letture, ecc. ecc., è anche vero che nel mondo in cui viviamo oggi molti degli aspetti che ci caratterizzano possono essere cambiati con relativa facilità, per lo meno molta più facilità rispetto ad un tempo. Faccio alcuni esempi per cercare di spiegarmi. Se ho i denti storti, con l'aiuto di un bravo ortodontista, posso farli diventare dritti, se ho la pancia, frequentando una palestra e seguendo una dieta opportuna, posso farmi venire gli addominali, se voglio essere più colto, posso mettermi a studiare o a leggere, se ho un marcato accento siciliano, frequentando un corso di dizione posso arrivare ad avere una pronuncia italiana perfetta, se sono un ingegnere, posso iscrivermi alla facoltà di medicina e diventare un medico, e via discorrendo. Intendo dire che se davvero desideriamo cambiare qualcosa del nostro essere, al giorno d'oggi, abbiamo le opportunità per poterlo fare. 

Ed allora , che cosa vuol dire piena accettazione di se?

Ecco, forse si tratta proprio di identificare le nostre caratteristiche che "strutturalmente" non possono essere cambiate (attenzione, non per mancanza di volontà) e comportarci di conseguenza. 

Quindi, diventa ciò che sei e che non puoi cambiare.


Il dipinto è di Jorg Immendorff

domenica 31 marzo 2024

Religioni

 

Io sono considerato da tutti Cristiano e cattolico anche. Questo perché sono nato nell'Europa dell'ovest, sono battezzato e sono stato educato alla religione cattolica dai miei genitori e da tutti quelli che ho avuto intorno, ai quali è stata impartita la stessa educazione.

Se fossi nato nell'Africa mediterranea o nel medio oriente, avrei, probabilmente, subito un'educazione musulmana. Se fossi nato nell'Asia continentale sarei induista o buddista. Se fossi nato in Giappone sarei scintoista, eccetera eccetera.

In verità tutte le religioni dicono più o meno le stesse cose, con le dovute differenze geografiche, perché prescrivono delle regole pratiche affinché la specie umana possa continuare a conservarsi.

In verità non esiste nessuna religione che incita alla violenza ed alla guerra. Esistono invece delle associazioni pseudo-religiose che lo fanno, o lo hanno fatto in passato. Siamo stati abituati ad identificare le religioni con le associazioni pseudo-religiose. Molti di noi non sanno più fare la distinzione, specie quando queste associazioni sono molto grandi.


"Non è necessario avere una religione per avere una morale. Perché se non si riesce a distinguere il bene dal male, quella che manca è la sensibilità, non la religione."

 - Margherita Hack -

L'immagine è volutamente la foto simbolo della guerra in Vietnam scattata l'8 giugno 1972 da Nick Ut. Una guerra non antica, ma sufficientemente lontana e vicina nel tempo per ricordarci che non abbiamo imparato niente e che né le religioni né le associazioni religiose ci salveranno.

domenica 17 marzo 2024

La creazione

 


L'evoluzione ci dimostra che il creatore sulla Terra ha sempre proceduto per tentativi ed approssimazioni successive. In qualche caso ha dato un colpo di spugna ed ha ricominciato quasi da capo.

Non sono certo che dopo l'Uomo vorrà continuare a tentare.

Il dipinto è di Salvador Dalì

venerdì 8 marzo 2024

Dossieraggio e democrazia


 Su tutte le testate giornalistiche, finalmente campeggia un argomento che trova tutti d'accordo, anche tra le forze politiche.

Si tratta di una vicenda vergognosa che non dovrebbe accadere in nessun paese democratico. Secondo gli ultimi dati, qualcuno ha avuto, illecitamente, accesso a 3528 files riservati riguardanti vips e personaggi politici. Vediamo, facendo i conti della serva, se ogni file fosse relativo ad una persona diversa, l'impatto sulla popolazione italiana sarebbe dello 0,00598%. una percentuale decisamente importante. 

Ed anche se, purtroppo come al solito, c'è qualcuno che prova a strumentalizzare politicamente il caso, la distribuzione delle vittime non fa discriminazioni di partiti di appartenenza.

Per fortuna tutti concordano sulla gravità del fatto e sulla lesione della riservatezza e tutti sono concordi nel dire che è assolutamente necessario risalire ai mandanti di questa nefandezza.

Sicuramente questa è una cosa positiva, perché significa che qualcosa si muove per la tutela del cittadino e sono certo che presto si cercherà di fare luce anche su altri casi altrettanto vergognosi e lesivi della libertà come i pestaggi di cittadini indifesi e minorenni che cercano di esprimere il proprio pensiero e che presto si risalirà ai responsabili (si può parlare di mandanti?) anche in questo caso.

O no?

giovedì 29 febbraio 2024

Razzismo

Checché se ne dica, senza per questo voler scandalizzare i benpensanti, gli esseri umani sono alla base razzisti.

Come al solito, prima di indignarvi, vi chiedo di leggere il pezzo fino in fondo, oppure di astenervi da qualsiasi commento.

Sono razzisti, perché seguendo una moda che recentemente sta dilagando, molti di loro si indignano di fronte alla deplorevole usanza di nutrirsi con carne di animali allevati e poi uccisi.

A parte il fatto che l'essere umano è onnivoro ed ha bisogno di mangiare anche proteine animali, comunque non voglio addentrarmi in questa materia.

Io potrei essere anche d'accordo, dal punto di vista etico, che non sia bello allevare degli esseri viventi, magari in condizioni igieniche ed ambientali vergognose, solamente per cibarsene. Proprio qui si capisce quanto siamo razzisti.

Purtroppo il nostro metabolismo non ci consente di nutrirci di materiale inorganico, quindi se vogliamo sopravvivere, dobbiamo assumere dei composti organici, che in natura si trovano solo negli esseri viventi, siano essi animali o piante.

Siamo razzisti perché ci scandalizziamo quando mangiamo animali, ma risultiamo impassibili se mangiamo delle piante.

Mi dite perché?

Non esistono anche le coltivazioni intensive di vegetali solo per ricavarne del cibo?

Che cosa rende eticamente corretto alimentarci di piante piuttosto che animali?

Non mi venite a dire che è perché gli animali soffrono. Siamo sicuri che le piante non soffrano?

O è solo perché le piante soffrono in un modo diverso da come soffriamo noi che ci rende la loro sofferenza piu tollerabile?

Che cosa è la nostra, una specie di solidarietà tra animali?

Ci da fastidio il fatto che abbiano cinque sensi come noi o che abbiano occhi (o anatomia) simili ai nostri?

 

Memoria

La planaria è un animaletto che molti potrebbero ritenere insignificante, ma che ha suscitato negli anni '60 una accesa discussione, a causa degli studi condotti dal prof. James McConnell nel decennio precedente.
Questo platelminte, nella sua semplicità biologica, ha più di una caratteristica singolare, ma quella che suscitò più di tutte, ormai quasi 50 anni fa, il mio interesse di studente liceale fu la capacità che queste bestioline hanno di acquisire i ricordi dei propri simili, semplicemente divorandone parte del corpo (eh si, le planarie sono anche cannibali, non penso però che se ne facciano un problema). Se ci pensiamo bene, è una cosa bellissima! A parte il fatto che potremmo considerare questa proprietà una specie di immortalità, essa è anche il modo per fare si che l'esperienza non si perda, a beneficio delle generazioni a venire.
Gli avvenimenti accaduti nei giorni scorsi mi hanno fatto ripensare a quegli studi e mi hanno fatto riflettere su come, invece, noi esseri umani, nonostante avessimo sviluppato delle tecniche sofisticate per trasmettere l'esperienza, abbiamo la tendenza a dimenticare facilmente gli avvenimenti che avrebbero dovuto insegnarci qualcosa per guidare il comportamento delle generazioni future ed evitare loro di commettere gli stessi errori commessi dalle generazioni precedenti. Sembra, infatti, che nonostante i tanti testi di storia in circolazione, una volta defunte le persone che sono state testimoni di un particolare avvenimento, nessuno sia in grado di ricordare e comprendere quell'avvenimento stesso. Tutti abbiamo studiato come un certo tipo di totalitarismo radicale, autoritario, demagogico e populista, scaturito dalle crisi economiche abbia condotto a conseguenze deleterie, ma apparentemente ne abbiamo perso la memoria.
Ne abbiamo perso la memoria al punto da non sapere riconoscerne i segnali, come diffusione sempre più massiccia di messaggi propagandistici, rimozione di dissidenti, perdita delle libertà alla base della democrazia.
Dovremmo anche noi adottare la stessa tecnica della planaria?

martedì 20 febbraio 2024

La perdita secondo Pavese


 


“Sciocco addolorarsi per la perdita di una compagnia: quella persona potevamo non incontrarla mai, quindi possiamo farne a meno.”

- Cesare Pavese - 

Sembra incredibile che Pavese abbia scritto una frase del genere, che ad una prima lettura potrebbe sembrare fortemente superficiale.

Invece è una considerazione desolatamente cinica e come tale anche provocatoria.

La nostra personalità altro non è che la combinazione di un numero di elementi con i quali giorno per giorno veniamo a contatto ed entriamo in relazione. Quanto più questi elementi sono complessi tanto più si intrecceranno con gli altri che concorrono alla nostra storia. Probabilmente gli elementi più complessi con i quali possiamo relazionarci sono gli esseri umani ed allora, o questa relazione è talmente marginale da non innescare in noi alcun cambiamento e quindi non lasciare traccia nella nostra personalità, o, se in qualche modo influenza il nostro modo di essere, significa che noi siamo quello che siamo anche per causa sua e quindi possiamo assolutamente affermare che non ne avremmo potuto fare a meno. Quello che sto dicendo è che se non avessimo mai incontrato quella persona, oggi saremmo altro di quello che siamo e quindi il nostro essere non ne avrebbe, assolutamente, potuto farne a meno per potere esistere. 

Allora, addoloriamoci per la perdita di una compagnia. Perché di quella persona non avremmo potuto fare a meno per essere ciò che siamo.



mercoledì 14 febbraio 2024

La gelosia secondo Capuana


 Penso, e mi piace pensare, che Capuana, come assenza di gelosia non intendesse "indifferenza, che è un'altra cosa. credo piuttosto che si riferisse al fatto che la gelosia ( cento anni fa, ma purtroppo ancora oggi ) ingenerasse dei comportamenti prevaricatori che limitano la libertà della compagna. Purtroppo bisogna ammettere che per ragioni culurali è sempre stata la donna più dell'uomo a subire. Ovviamente il non abbandonarsi a questi comportamenti non significa che il timore di perdere in parte o tutto l'affetto della persona amata non ci sia, ma solamente c'è anche il rispetto per la libertà di scelta del partner che non può essere considerato un oggetto ( di proprietà ) senza sentimenti.

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“Soltanto il possesso di una donna può giustificare in qualche modo la gelosia. Bisogna essere barbari per essere gelosi. la creatura umana non può appartenere a nessuno: è libera.. Esser gelosi significa esser padroni assoluti di un cuore, di un’anima. E’ bestiale…scusate la cruda parola"
- Luigi Capuana -
Il dipinto è di Gustav Klimt

L'arte della seduzione secondo D'Annunzio

 

Effettivamente gli uomini sono molto meno indulgenti. Per fortuna però le donne sono padrone delle arti della seduzione.
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"Gli uomini conoscono molto imperfettamente le arti della seduzione. L'ingenuità di certi uomini nel credersi sul serio irresistibili, e' davvero meravigliosa. Essi ignorano le regole piu' elementari di questa, diremo così, strategia ossidionale, gli errori che essi commettono sono innumerevoli e grossolani, e sarebbero irrimediabili nella maggior parte dei casi se l'indulgenza delle donne non fosse più grande della misericordia di dio."
- Gabriele d'Annunzio -
dipinto di Cesare Dandini

mercoledì 7 febbraio 2024

Impiegati attori


 Vi svelo un segreto: 

Per diletto, ma solamente per diletto, faccio l'attore. Mi diverto a fingere situazioni che non sono le mie ed a mettere maschere che non indosso nella mia vita reale.

Mi diverte un po' meno, invece, quella brutta razza di lavoratori che sono gli impiegati quando fanno gli attori nella vita. Fanno gli attori fingendo cose che non sono e facendo cose che, di fatto, non servono a niente, se non a riempire il loro tempo e far vedere che sono impegnati ed operosi.

Producono documenti ridondanti e ridondati, convocano riunioni dove non si decide nulla e non c'è niente da decidere, fanno lunghissime telefonate dove parlano tanto senza dire nulla, ma intanto il tempo passa e possono così mettere a tacere le loro coscienze.

Spesso queste persone non fanno l'unica cosa per la quale sono veramente retribuiti: pensare. Non perché non ne abbiano le capacità, ma semplicemente perché, indaffarati come sono ad agitarsi e a mostrare il loro impegno, non ne hanno il tempo. Alla fine qualcuno che non si preoccupa di queste apparenze avrà prodotto qualcosa e nessuno si accorgerà di loro.

sabato 3 febbraio 2024

Valore


Non è con il sistema metrico decimale che si misura il valore di un essere umano.

giovedì 1 febbraio 2024

Incomprensioni


 A volte diciamo o facciamo qualcosa solo per una sola persona.

Spesso quello che crediamo di capire può essere compreso da una sola persona.


Il dipinto è di Arnold Bocklin

mercoledì 24 gennaio 2024

Capire

 


Non siamo capaci di capire quello che viene detto, figuriamoci quello che non viene detto.
E la cosa più atroce è che facciamo di tutto per convincerci del contrario.
La verità è che non ci interessa per niente capire.
- dipinto di Mario Sironi -