A Volte mi chiedo se sia “giusto” e soprattutto sostenibile il modello economico in vigore e comunemente accettato nelle società occidentali.
Il valore di un oggetto, o di un servizio, dovrebbe essere determinato dal costo, ovvero dalle spese sostenute per costruire quell’oggetto, o mettere in piedi quel servizio, inclusa la retribuzione del lavoro delle persone che hanno contribuito a costruire l’oggetto o creare il servizio.
Nella realtà dei fatti ciò non avviene, e così il prezzo viene determinato dalla legge della domanda e dell’offerta e viene commisurato al vantaggio che l’acquirente trae da quell’oggetto o da quel servizio.
Faccio un esempio:
Il Telepass è un servizio che di fatto consente alla società che lo eroga di ridurre il personale ai caselli e quindi ne riduce i costi. è vero, l'azienda avrà dovuto sostenere dei costi di sviluppo ed installazione di apparecchiature, ma si tratta in ogni caso di costi fissi "una tantum" che vengono presto o tardi ammortizzati. Pertanto la logica porterebbe a pensare che l’utente di tale servizio dovrebbe pagare pedaggi ridotti.
Invece no. Non solo l’importo del pedaggio è uguale, ma l’uso stesso di tale servizio è soggetto al pagamento di un canone aggiuntivo, facendo leva sul vantaggio introdotto per gli utilizzatori (tempo guadagnato ai caselli).
Questo ovviamente è solo un esempio, ma se ci fate caso, nella nostra società tutti i prezzi vengono determinati in questo modo.
Non sono convinto che questo modello sia eticamente corretto, perché porta alla sperequazione del valore del lavoro.
Se volete rifletteteci un attimo sopra.