domenica 2 febbraio 2020

Incomunicabilità



“Che colpa abbiamo, io e voi, se le parole, per sé, sono vuote? Vuote, caro mio. E voi le riempite del senso vostro, nel dirmele; e io nell'accoglierle, inevitabilmente, le riempio del senso mio. Abbiamo creduto d'intenderci, non ci siamo intesi affatto.”
Cosi scriveva Luigi Pirandello in "Uno, nessuno e centomila", e mai, a mio parere, nessuno scrisse verità più vera.
Così il mondo procede per equivoci verso una direzione che non è quella che avremmo voluto e che il più delle volte nemmeno ci saremmo aspettati. In tutto questo la fatalità sembra dominare, ma in effetti siamo noi che le diamo in mano le redini dei nostri avvenimenti più vicini.
Quando due persone conversano su qualsiasi argomento, pochissime volte, secondo la mia esperienza, ho visto lo sforzo di comprendere, o per lo meno di scorgere il punto di vista e lo stato dell'altra parte.
Mi spiego meglio : Premesso che il principio di tutto è il proprio egoismo, sembra lecito e normale che nella conversazione si cerchi di esporre il proprio pensiero per far comprendere a chi ci ascolta quali sono le nostre esigenze. L'eventuale risposta viene analizzata in base alle conseguenze che questa potrebbe avere sul nostro pensiero o ragionamento che abbiamo fatto.
Non ci fermiamo qui, perché difendiamo a spada tratta il nostro modo di essere che abbiamo in quel momento, dimenticandoci che non stiamo scagliando la palla contro un muro che ce la restituisce di rimbalzo.
Quante volte in una conversazione ho sentito dire: "Come ti ho già detto", "non hai capito che cosa ho detto", "non hai ascoltato le mie parole", "ascolta attentamente".
Intendo dire che mettiamo al centro della nostra attenzione la nostra idea, e probabilmente chi ci sta di fronte sta facendo lo stesso. In che modo possiamo allora convergere su qualche cosa ?
Ho visto davvero pochissime persone cercare di mettersi nei panni dell'altro, dimenticando che non facendolo tradiscono anche il proprio egoismo, perché si precludono la possibilità di portare a proprio vantaggio anche le esigenze dell'interlocutore.
Non è facile, e Pirandello ci torna ancora in mente: “Di ciò che posso essere io per me, non solo non potete saper nulla voi, ma nulla neppure io stesso.”