mercoledì 7 novembre 2012

Tutto quanto fa spettacolo



Non penso di essere un caso isolato.
Sono un padre di famiglia che lavora in media dieci ore al giorno per cinque giorni alla settimana e che essendo pendolare spende altre due ore in viaggio.
Quando torno a casa la sera mi piace cenare con la mia famiglia, passare un po’ di tempo con i miei figli e dopo addormentarmi davanti alla televisione
Ieri sera, ovviamente, c’era una grande attesa per le elezioni negli Stati Uniti d’America, e c’erano un po’ di televisioni che trasmettevano dirette fiume sui risultati, minuto per minuto.
Adesso io mi chiedo: che cosa è questa ? Informazione ? Non mi sento di chiamarla così, perché a ben vedere, ai fini dell’informazione sarebbe bastato avere il risultato finale.
No, questo è spettacolo, anche perché non credo che la maggioranza degli italiani potesse subire delle conseguenze pratiche dal sapere che uno stato aveva scelto l’uno o l’altro dei candidati.
Mi piacerebbe anche sapere quanti sono gli italiani che hanno seguito una di queste trasmissioni dall’inizio alla fine (per tutta la notte).
La domanda che mi pongo è questa: davvero queste televisioni non sono capaci di organizzare altri tipi di spettacoli, magari più adatti alle persone che come me vogliono divertirsi un tantino e poi andare a dormire prima di affrontare una nuova giornata di lavoro.

sabato 3 novembre 2012

Una povera riflessione

 

A volte vorrei essere un animale, non che l’essere umano non lo sia, ma io vorrei essere un animale di quelli che non hanno la pretesa di essere superiori alle altre specie.
Questo perché gli animali sono sinceri.
Solo gli esseri umani mentono, e lo fanno così bene da arrivare a credere alle loro menzogne.
Mi sono riproposto di non fare politica su questo blog, e neanche adesso ne faccio, perché quanto segue è talmente antico da non essere più politica ma storia.
Fin da piccolissimi infatti ci hanno abituati a pensare che i partiti di destra seguono la filosofia Cristiana mentre quelli di sinistra la rinnegano alla luce di un materialismo spinto che rifiuta ogni forma di spiritualità.
Io non condivido affatto questa posizione e penso che sia una delle più grandi menzogne che il genere umano abbia mai concepito.
Come si fa a dire che l’individualità, l’egocentrismo, il capitalismo ( tutti valori di destra ) rispecchino il pensiero di Cristo ?
E come si fa a dire che la povertà, l’uguaglianza, la condivisione,  non seguano l’insegnamento Cristiano ?
Non dimentichiamo che i primi cristiani vivevano in comunità dove mettevano tutti i loro averi in comune a beneficio di tutti.
Quando leggo il Vangelo non posso fare a meno di pensare che probabilmente Gesù è stato il primo comunista della storia.
Ma noi abbiamo talmente radicata questa grande menzogna in noi che la mia affermazione ai più sembrerà blasfema.
Invito tutti a leggere il Vangelo con gli occhi di un attore che recita la sua parte fino a crederci.
Si, preferisco il teatro, “dove tutto è finto ma niente è falso” (per citare Gigi Proietti).

sabato 20 ottobre 2012

Cristo e i Cristiani



Qualcuno pensa che non sia mai esistito, eppure credo che nessuno come lui abbia influenzato l’evoluzione del genere umano, nel bene e nel male.
Sto parlando di Gesù, il Cristo, un Uomo come nessun altro.
Nato in un’epoca in cui sopravvivere doveva essere veramente molto difficile, ha dettato una regola che se applicata consentirebbe davvero di vivere tutti felici. Il problema è che l’uomo ( ed anche la donna ovviamente) è riluttante a credere qualcosa prima di averla provata e quindi tende a decidere da solo quello che per lui è meglio, basandosi sulle esperienze più o meno dirette e sulle caratteristiche insite nella sua natura, delle quali, sicuramente la peggiore è l’individualismo.
Quante più cose l’uomo conosce, tanto più questa caratteristica si accentua.
Faccio un esempio per farmi capire:
Quando un bambino nasce non sa assolutamente nulla e si affida ciecamente alle informazioni che gli vengono passate dai genitori (anche perché non può fare diversamente) i quali decidono cosa è meglio per lui. Man mano che cresce prende coscienza ogni giorno di più delle proprie possibilità e comincia a considerare, con un atteggiamento sempre più critico, quanto i genitori cercano di insegnargli, fino ad arrivare allo scontro che normalmente si verifica nell’età dell’adolescenza.
L’uomo, nei confronti del Vangelo, si comporta esattamente come l’adolescente nei confronti degli insegnamenti dei genitori, ed è cosi che finisce per non seguirlo nel corso della sua vita.
Ora ci sono diversi movimenti che hanno adottato il Vangelo come regola, primo fra tutti, quello della Chiesa Cattolica, ma intendiamoci, quanto sto per dire vale per tutte le chiese, sette, o movimenti in genere che si ispirano agli insegnamenti del Cristo, nessuno escluso.
Ovviamente tutti questi movimenti sono composti da uomini, che a causa della propria individualità di cui parlavo prima, sono partiti dai Vangeli, ed invece di applicarli alla lettera, li hanno interpretati per giustificare quei comportamenti che si discostavano da essi, costruendo tutta una serie di orpelli che ogni giorno fanno si che gli originali insegnamenti vengano sempre più travisati.
Non parliamo poi della politica. Al giorno d’oggi la fede cattolica è generalmente appoggiata dai partiti di destra, i cui comportamenti sono ben lungi da quanto nostro Signore ci ha insegnato (molto più vicino di fatto alle ideologie di sinistra), ma lascio a voi l’analisi di questo paradosso, dopo una attenta lettura del nuovo testamento.

“È più facile per un cammello passare per la cruna di un ago, che per un ricco entrare nel regno dei cieli”. (Luca 18)

Più chiaro di così non si può, eppure, poiché a tutti noi piace possedere cose materiali, la tendenza è stata quella di ammorbidirsi su questo passo e non prenderlo più troppo sul serio. Non dimentichiamo che soprattutto noi occidentali Europei o Americani rappresentiamo oggi i ricchi del mondo e ci guardiamo bene da vendere tutto quello che abbiamo e distribuirlo ai poveri (del mondo), anzi, facciamo loro la guerra per evitare che diventino un po’ meno poveri e possano insidiare il nostro attuale benessere.
A volte ci travestiamo da associazioni umanitarie per fare in modo che la ricchezza resti su di noi, dando ai poveri solo le briciole ed a volte nemmeno quelle. Nel frattempo però avremmo vinto qualche premio Nobel per la pace.
Questo è solo un esempio, ma il vangelo ne è pieno.
Quante persone conoscete che si professano cristiani e si comportano secondo l’ideale Cristiano ?
A parte S. Francesco, io nemmeno una, me compreso ovviamente.

“Io amo e stimo Gesù, ma non sono cristiano. Lo diventerei se solo vedessi un cristiano comportarsi come lui” (Mahatma Gandhi)

L'ultima volta



Nessuno sa qual è  l'ultima volta
Nessuno sa qual è l'ultima sigaretta,
L'ultimo gelato,
L'ultima stretta di mano,
L'ultimo abbraccio,
L'ultimo bacio,
l'ultimo sguardo,
E noi appesi al vento.

Nebbia



La nebbia mi avvolge,
Cammino per strada,
Chissà verso dove.
un'ombra mi sfiora,
Poi passa e scompare
E' questo il destino dell'uomo ?
Solitudine !

domenica 23 settembre 2012

La gente non sa usare Gli ascensori



Viviamo in un’era altamente tecnologica. Quasi tutto quello che facciamo è fortemente influenzato da una elettronica spinta o da una meccanica sofisticata.
Ad uno come me, nato ben più di mezzo secolo fa sembra davvero di essere nel futuro, avendo a che fare con “trovate” che noi vedevamo solo nei cartoni animati de “I Pronipoti” di Hanna e Barbera.
Il dramma è che la maggior parte della gente, pur essendo convinta del contrario, non è capace di fare un corretto uso dei ritrovati che la moderna scienza (e la più spietata speculazione commerciale) mette loro a disposizione.
I ragazzini non ridacchino perché neanche le ultime generazioni risultano immuni da questa grave deficienza.
Perché tutto questo ? Abbiamo raggiunto un limite insito nella natura umana ?
Non lo so, ma mi piacerebbe elencare tutta una serie di dispositivi apparentemente comuni e semplici dei quali oggi facciamo un cattivo uso.
Comincerò dagli ascensori.
Ovviamente mi riferisco a quegli ascensori usati nelle grosse aziende o negli alberghi.
Normalmente, fuori dalla porta di questi ascensori ci sono due pulsanti: uno con la freccia verso l’alto ed uno con la freccia verso il basso.
La loro funzione è la seguente:
Freccia verso l’alto = prenotazione ascensore per salire (cioè questo pulsante dovrebbe essere schiacciato dalle persone che intendono recarsi ad un piano più alto);
Freccia verso il basso = prenotazione ascensore per scendere (cioè questo pulsante dovrebbe essere schiacciato dalle persone che intendono recarsi ad un piano più in basso).
Ebbene, la maggior parte delle persone schiacciano entrambi i pulsanti, forse credendo di fare più in fretta.
Il risultato sortito sarà quello di rallentare il tragitto dell’ascensore in questione, perchè esso si fermerà al piano sia che stia salendo, sia che stia scendendo, facendo così perdere più tempo non solo alla persona che ha incautamente schiacciato tutti e due i pulsanti, ma anche alle persone già occupanti l’ascensore.
Una volta ho tentato di spiegarlo ad una signora che aspettava l’ascensore con me, ma questa mi ha guardato in modo strano, forse pensando che volevo attaccare bottone, forse pensando che mi mancasse qualche rotella.

venerdì 22 giugno 2012

Siamo tutti rane bollite



L'abitudine è una brutta cosa e conduce alla morte spirituale. nessuno di noi ne è immune.
Mi spiego meglio:
La parabola della rana bollita dice che se voi mettete una rana nell’acqua molto calda, la rana spiccherà un balzo rapidissimo per cercare di scappare via; e probabilmente ce la farà. Se invece la mettete in una pentola con acqua a temperatura ambiente, e poi appoggiate la pentola su una fonte di calore media e costante, che scaldi piano piano l’acqua, la rana non scapperà via. Anzi, mentre la temperatura salirà dai 20 ai 27 gradi centigradi, essa rana sguazzerà sempre più beatamente nella sua acqua sempre più piacevolmente tiepida. Poi lentamente la temperatura dell’acqua salirà ancora e la rana si intorpidirà, perderà forza e non sarà più in grado di saltare. E bollirà dolcemente senza nemmeno rendersene conto (forse): e sarà arrivata a essere la rana irrimediabilmente bollita che dà il titolo alla parabola stessa.

mercoledì 20 giugno 2012

L'importante è vincere



E’ una mattina piovosa dell’autunno del 1969 in una scuola media di un paesino del sud Italia. La palestra grigia e polverosa della scuola mette solo tristezza. L’insegnante di educazione fisica, piuttosto che costringere i suoi ragazzi ad eseguire degli esercizi assurdi affrontati senza entusiasmo e che probabilmente non porteranno nessun beneficio, ne al corpo ne allo spirito, decide di restare in classe per impartire una lezione di teoria.
Comincia a parlare di di un tizio di cui nessuno degli studenti ha mai sentito parlare prima.
Si chiama Pierre de Frèdy e pare che sia stato anche barone di Coubertin, tanto che tutti lo chiamano Pierre de Coubertin.
Racconta di un uomo che crede negli ideali, in particolare quelli sportivi, che lo porta ad idealizzare i giochi olimpici che si svolgevano nella antica Grecia e che portavano perfino alla sospensione delle guerre in corso durante il loro svolgimento.
Decide così di organizzare anche nell’era moderna dei giochi simili, animati da vero spirito sportivo sintetizzato dal motto da lui coniato “l’importante non è vincere ma partecipare” sapendo di aver dato tutto se stesso per giungere alla vittoria nel rispetto di principi di lealtà.
I partecipanti a tali giochi erano rigorosamente dilettanti, nessuno di loro lo faceva a scopo di lucro,e si sono verificati casi a quel tempo di atleti squalificati solo perché avevano ricevuto in regalo scarpe da ginnastica per la loro partecipazione.
Ma c’era di più: il barone considerava quella massima anche come un principio di vita a cui ispirarsi nelle attività quotidiane.
Io facevo parte di quella scolaresca, e gli atleti evocati sembravano agli occhi del bambino che ero dei super eroi, molto meglio di Batman o Superman (che ai tempi si chiamava Nembo Kid).
Forse anche l’insegnante credeva davvero a quello che diceva.
A distanza di più di quarant’anni il motto dei giochi olimpici non è cambiato, ma nutro seri dubbi che lo spirito sia rimasto lo stesso.
Le nazioni che si candidano ad ospitare i giochi lo fanno solo sperando in un eventuale ritorno di investimento.
Gli atleti, poi continuano a chiamarsi dilettanti, ma non si capisce perché. Di fatto fanno gli atleti a tempo pieno e tra contributi delle federazioni e sponsor percepiscono retribuzioni da fare impallidire dirigenti d’azienda con alle spalle anni di esperienza.
Riguardo alle guerre, purtroppo non si è piu perpetrata l’antica usanza di sospenderle durante le olimpiadi, anzi è proprio successo il contrario durante le guerre mondiali.
Potrei andare avanti a parlare di corruzione, scommesse, doping, ma sono stanco.
Solamente mi chiedo in che modo tutto questo si ripercuote sui ragazzini di oggi. Probabilmente i loro eroi sono quegli atleti che hanno trovato il modo di guadagnare di più e che meglio riescono ad ostentare le loro ricchezze materiali.

martedì 1 maggio 2012

che cosa è la realtà ?



Quando io sono nato la televisione non esisteva.
I computer si stavano affacciando sul panorama mondiale, ma erano solo le grandi potenze ad averli. Erano enormi, occupavano stanze intere e facevano le quattro operazioni.
Nessuno di noi pensava di poter portare un telefono nel taschino.
Ovviamente Internet era pura fantascienza. ecc.ecc.
Non c'era nemmeno la teleselezione, e forse i più giovani non conoscono neanche il significato di questa parola.
Voglio però rassicurare tutti quelli che incidentalmente mi stanno leggendo: non sono un nostalgico.
Oggi siamo nell'era della comunicazione. Nessuno di noi riesce a resistere molto tempo senza essere "connesso" e siamo continuamente bombardati da informazioni che arrivano da ogni angolo del mondo.
Prorio ieri mi trovavo a parlare di questo con un mio amico, in verità un po' scettico su quello che rappresenta oggi il pensiero comune, ma che mi ha fatto riflettere.
Che cosa è la realtà ?
Cerco di spiegarmi meglio:
Quando assistiamo ad un avvenimento alla televisione, leggiamo un articolo su un giornale, navighiamo su internet ecc. noi siamo convinti di trovarci di fronte alla realta. In verità, a ben vedere, ci troviamo di fronte ad una rappresentazione della realtà, un po' come succedeva ad i nostri avi quando si trovavano di fronte ad un quadro o leggevano un libro (ammesso che sapessero leggere).
A questo punto mi chiedo è questa la realtà o non è piuttosto quello che sta dietro a quello che percepiamo tramite i mezzi di comunicazione di massa ?
Non a caso ho usato in termine "dietro", dal quale deriva dietrologia.
Ci sono alcuni giornalisti o blogger che lavorano su questo, ed io mi chiedo adesso se si tratta di meri visionari o di moderni profeti.
Non so esattamente da che parte stà la verità, ma intanto mi sembra un buon punto di partenza porsi la domanda.

giovedì 19 aprile 2012

Palle di pelo



Recentemente la nostra famiglia, già di per se non piccola, si è ingrandita. Da pochi giorni, sono con noi, infatti due inutili palle di pelo (due criceti roborowsky) che vivono in una gabbietta relegata in un ripiano della cucina.
All'interno di questa gabbietta abbiamo installato anche una di quelle ruote che questi piccoli corridori utilizzano per sgranchirsi le gambe, pur essendo prigionieri a vita in uno spazio alquanto ridotto rapportato alle loro naturali esigenze.
Ieri, la mia dolce metà ( e ci tengo a precisare che questo non necessariamente significa che la metà amara sia io ) mi ha fatto notare che i due animaletti vanno insieme sulla ruota, cercando di sorpassarsi a vicenda, nonostante la loro corsa affannosa non li porti da nessuna parte. Il primo pensiero che ho avuto è che questi roditori sembrano essere davvero stupidi, ma subito un brivido mi ha percorso la schiena.
Non siamo noi umani molto somiglianti a loro, quando quotidianamente ci affanniamo per mettere una nostra gamba davanti a quella del nostro simile che ci sta vicino, per percorrere delle strade che inevitabilmente non ci portano a niente ?
Mi sono sentito inutile, e non sono nemmeno di pelo !