mercoledì 8 luglio 2015

Va dove ti porta il caso



Penso con una approssimazione del 90% di non sbagliare se dico che l’obiettivo di ciascuno di noi sia quello di essere felice. Detto così sembra proprio una cosa da niente, ma credo che tutte le persone del mondo, più o meno consapevolmente dedichino gran parte del loro tempo al il raggiungimento di questo obiettivo.
Allora perchè la maggior parte delle persone sono infelici ? (e non ditemi che non è vero).
Io credo che dipenda dal fatto che ognuno di noi intraprende determinate azioni e quando queste azioni pur avendo un esito positivo non ci portano ad un benessere interiore, ci sentiamo infelici.
Cerco di spiegarmi meglio. Se ripenso alla mia vita, mi accorgo che tutte le cose importanti che l’hanno segnata, nel bene e nel male, a partire dalla mia nascita, sono un puro frutto del caso, o se ci piace il temine, del destino.
Non sto dicendo che è tutto scritto da qualche parte, per lo meno non lo so ancora, sto solo dicendo che alla stregua di formiche operose non facciamo altro che agitarci, ma nessuno di noi sa questa agitazione dove lo porterà individualmente. Viviamo in una costante specie di “serendipità” per cui cerchiamo delle cose, ma ne otteniamo altre che non avremmo neanche immaginato e che davvero modellano la nostra esistenza.
Voglio fare come al solito un  esempio.
Mio Nonno era un ragazzo del ’99. Uno di quei sedicenni che all’epoca della prima guerra mondiale venne spedito al fronte a Vittorio Veneto e sul Piave “per far contro il nemico una barriera”. Mio nonno era un “radiotelegrafista” ed attraverso il suo tasto passavano tutte le informazioni da e per il comando. Egli si alternava con un suo commilitone alla postazione del telegrafo, poiché non erano in tanti a sapere usare quel marchingegno. Essendo la “Grande Guerra” una guerra di posizione, era molto importante per il nemico evitare che le suddette informazioni venissero scambiate così l’uomo (o meglio il ragazzo) che spediva e riceveva quelle informazioni era preso di mira, probabilmente da un altro ragazzo della parte opposta a cui era stato ordinato di mettere fine a quelle trasmissioni. 
Ovviamente la postazione era importante, per cui era protetta dal fuoco nemico, quindi chi voleva sabotarla doveva inventarsi qualcosa.
Sta di fatto che una mattina, quando mio nonno sedicenne si reco alla nicchia per dare il cambio al suo compagno che aveva trascorso lì tutta la notte, lo trovò con un pugnale piantato nella schiena, esanime.
Questo racconto di mio nonno mi ha sempre impressionato, perchè ho subito realizzato che se il pugnalatore fosse venuto la sera prima, o la sera dopo, io non sarei mai esistito. Sono stato fortunato ? Sfortunato ?
Non lo so e non lo voglio sapere.
Quello che voglio dire è che a causa di un evento, apparentemente del tutto casuale, la vita di molte persone è stata influenzata. Oltre a me non sarebbero nati mia madre ed I miei figli, e che dire di mia nonna, mio padre, mia moglie ?
Che cosa ne sarebbe stato di loro ?
Per non parlare poi di tutte le altre persone che in qualche modo hanno interagito con quelle che ho testè menzionato. Come sarebbe stata la vita dei miei amici ?
Non so se tutto questo si possa chiamare caso o destino, ma la mia impressione è che se le cose vanno in un certo modo è perche non possono andare diversamente.
Adesso mi sembra che questo scritto sia già troppo lungo, perciò smetto per non scoraggiare anche quei pochi lettori che hanno avuto la pazienza di arrivare fin qui, ma l’argomento mi affascina e penso che tornerò presto a parlarne con altri esempi.