domenica 29 marzo 2020

Corona virus in Italia al 28-3-2020


A distanza di sette giorni voglio aggiornare il mio precedente articolo sull’argomento rivedendone le conclusioni alla luce dei nuovi dati acquisiti nel frattempo.
Ricordo comunque che l’analisi è fatta su scala nazionale, per cui sicuramente non rispecchia quanto avviene in ogni singola regione.
Il primo decreto per contrastare il coronavirus è stato emanato la sera del 7 marzo.
Dal giorno 9, ogni pomeriggio consulto i dati pubblicati sulla pagina dedicata del sito del ministero della salute.
Lo faccio, non tanto per capire quali siano gli effetti del decreto (che nel frattempo è stato anche adattato), che comunque , a mio avviso già cominciano a notarsi, quanto per vedere come il virus si sta diffondendo in Italia.
Sulla base dei suddetti dati, ho elaborato i grafici che qui allego.
Dal grafico 1 si può  vedere come il numero di nuovi contagi abbia un andamento altalenante ed il numero di totale di soggetti ricoverati in terapia intensiva continui a crescere anche se la velocità con cui cresce sta subendo una flessione. Dalla linea di tendenza con interpolazione polinomiale del numero di nuovi contagi si vede come probabilmente dovremmo essere nella fase in cui le cose cominciano a migliorare, quindi possiamo dire che non c’è stata la temuta crescita esponenziale, caratteristica delle epidemie. Anche dai grafici 4 e 5 che considerano, rispettivamente il numero totale di infettati, il numero totale di attualmente positivi, il numero di ricoverati con sintomi e il numero di guariti, il numero totale di deceduti, si può vedere che per quanto la pendenza cresca più rapidamente, non lo fa con andamento esponenziale (a dire il vero nel caso di ricoverati con sintomi l’andamento è pressoché rettilineo).
Questo a mio avviso è interpretabile col fatto che forse si tratta di un virus non particolarmente trasmissibile, oppure con il fatto che le condizioni igieniche in generale, sono migliorate negli ultimi decenni o forse più semplicemente perché esiste un numero (sconosciuto quindi niente possiamo dire) di infettati asintomatici, ma nel caso questo numero fosse alto, significherebbe che il virus è molto meno pericoloso di quanto non si creda. Non sono un epidemiologo, per cui lascio queste conclusioni a persone esperte in materia.
Dal grafico 3 si vede come il numero dei ricoverati in percentuale rispetto al numero di soggetti positivi sia in calo. E questo è interpretabile col fatto che in generale il trattamento del malato non richiede cure ospedaliere. In effetti è interpretabile anche col fatto che si tende probabilmente a ricoverare i contagiati solo in caso di effettiva necessità.
Anche questa settimana  di più difficile lettura è il grafico 2, in cui sono mostrati in percentuale: il numero di pazienti ricoverati in terapia intensiva, il numero di guarigioni, il numero di decessi.
Quello che colpisce è che nonostante la percentuale di pazienti ricoverati in terapia intensiva diminuisca, il numero di decessi aumenti.
Questo conferma la mia interpretazione personale che si stia manifestando una condizione di carenza di risorse, in termini di strutture e, soprattutto, in termini di personale specializzato, medico e paramedico.

Conclusioni:

1)      Si cominciano a vedere i primi effetti dei decreti. Col passare dei giorni tali effetti dovrebbero diventare sempre più evidenti;
2)      La curva dei contagi  (su scala nazionale ) sembra finalmente ave preso la tendenza alla crescita in diminuzione;
3)      Sarebbe necessario reperire personale ed attrezzature, magari distribuendo meglio le risorse spostandole dalle aree in cui risultano più abbondanti o meno scarse, a quelle in cui si verifica la maggiore necessità.







domenica 22 marzo 2020

Coronavirus in Italia


Il primo decreto per contrastare il coronavirus è stato emanato la sera del 7 marzo.
Dal giorno 9, ogni pomeriggio consulto i dati pubblicati sulla pagina dedicata del sito del ministero della salute.
Lo faccio, non tanto per capire quali siano gli effetti del decreto (che nel frattempo è stato anche adattato), poiché affinché questi si vedano, a mio avviso, occorreranno ancora almeno altri sette  giorni, quanto per vedere come il virus si sta diffondendo in Italia.
Sulla base dei suddetti dati, ho elaborato i grafici che qui allego.
Dal grafico 1 si può  vedere come il numero totale di soggetti positivi al virus, il numero di nuovi contagi ed il numero di contagiati ricoverati in terapia intensiva sia in crescita costante, ma pressoché lineare, quindi nessuno presenta la temuta crescita esponenziale, caratteristica delle epidemie. Anche dal grafico 4 che considera il numero totale di contagiati, si può vedere che per quanto la pendenza cresca più rapidamente, non lo fa con andamento esponenziale.
Questo a mio avviso è interpretabile col fatto che forse si tratta di un virus non particolarmente trasmissibile, oppure con il fatto che le condizioni igieniche in generale, sono migliorate negli ultimi decenni. Non sono un epidemiologo, per cui lascio queste conclusioni a persone esperte in materia.
Dal grafico 4 si vede come il numero dei ricoverati in percentuale rispetto al numero di soggetti positivi sia in calo. E questo è interpretabile col fatto che in generale il trattamento del malato non richiede cure ospedaliere. In effetti è interpretabile anche col fatto che si tende probabilmente a ricoverare i contagiati solo in caso di effettiva necessità.
Quello che a mio avviso è di più difficile lettura è il grafico 2, in cui sono mostrati in percentuale: il numero di pazienti ricoverati in terapia intensiva, il numero di guarigioni, il numero di decessi.
Quello che colpisce è che nonostante la percentuale di pazienti ricoverati in terapia intensiva diminuisca, il numero di decessi aumenti.
Che cosa può significare questo  ?
La mia interpretazione personale è si stia manifestando una condizione di carenza di risorse, in termini di strutture e, soprattutto, in termini di personale specializzato, medico e paramedico.
Non è forse il caso di investire in tali risorse ?






lunedì 9 marzo 2020

L'Italia ai tempi del corona virus



Come spesso mi succede anche questa riflessione mi viene ispirata da una conversazione con una persona amica. Perché si, è vero in due si ragiona meglio.
L’ultimo decreto a proposito di corona virus vieta anche gli spostamenti all’interno delle zone rosse, motivandolo con la necessità di dover rallentare il contagio per evitare di sovraccaricare i reparti di terapia intensiva, che allo stato attuale si trovano già in crisi.
L’Italia è considerata uno dei paesi con il miglior sistema sanitario, che secondo me è vero se si parla di diritto all’assistenza sanitari, ma proviamo a guardare un po’ di numeri ( quelli dell’8 marzo come riferiti su “Repubblica” sulla base dei dati forniti dal commissario Angelo Borrelli).
6387 contagiati, di cui 650 in terapia intensiva, pari a quasi il 10,2% dei contagiati.
Siamo un paese di 60 milioni di persone, il che vuol dire che il numero di contagiati dal corona virus in terapia intensiva incide per 0,00001% della popolazione nazionale.
A me sembra che un sistema sanitario che si trova in crisi per sopportare un tale incremento nella richiesta di posti nei reparti di terapia intensiva abbia qualche problema. Non è che i governi che abbiamo avuto negli ultimi 20 anni hanno un po’ esagerato con i tagli alla sanità ?
Purtroppo prima o poi i nodi vengono al pettine, e nel caso del sistema sanitario ce ne stiamo accorgendo in questi giorni.
L’altro nodo di cui gli effetti già si vedono, ma che probabilmente verrà preponderantemente alla ribalta è quello dei tagli all’istruzione.
Stiamo a vedere.

domenica 1 marzo 2020

Errore




Veloce l’acqua del fiume scorre
La terra scava e la roccia scalfisce
Com’erano niente potrà ricomporre

Così la parola ogni errore punisce
Indietro vorresti tornare, ma corre
Quel tempo crudele che te lo impedisce.

Un attimo basta da quella imprudenza
E pianger per sempre dovrai conseguenza


Dipinto di E. Hopper