domenica 22 marzo 2020

Coronavirus in Italia


Il primo decreto per contrastare il coronavirus è stato emanato la sera del 7 marzo.
Dal giorno 9, ogni pomeriggio consulto i dati pubblicati sulla pagina dedicata del sito del ministero della salute.
Lo faccio, non tanto per capire quali siano gli effetti del decreto (che nel frattempo è stato anche adattato), poiché affinché questi si vedano, a mio avviso, occorreranno ancora almeno altri sette  giorni, quanto per vedere come il virus si sta diffondendo in Italia.
Sulla base dei suddetti dati, ho elaborato i grafici che qui allego.
Dal grafico 1 si può  vedere come il numero totale di soggetti positivi al virus, il numero di nuovi contagi ed il numero di contagiati ricoverati in terapia intensiva sia in crescita costante, ma pressoché lineare, quindi nessuno presenta la temuta crescita esponenziale, caratteristica delle epidemie. Anche dal grafico 4 che considera il numero totale di contagiati, si può vedere che per quanto la pendenza cresca più rapidamente, non lo fa con andamento esponenziale.
Questo a mio avviso è interpretabile col fatto che forse si tratta di un virus non particolarmente trasmissibile, oppure con il fatto che le condizioni igieniche in generale, sono migliorate negli ultimi decenni. Non sono un epidemiologo, per cui lascio queste conclusioni a persone esperte in materia.
Dal grafico 4 si vede come il numero dei ricoverati in percentuale rispetto al numero di soggetti positivi sia in calo. E questo è interpretabile col fatto che in generale il trattamento del malato non richiede cure ospedaliere. In effetti è interpretabile anche col fatto che si tende probabilmente a ricoverare i contagiati solo in caso di effettiva necessità.
Quello che a mio avviso è di più difficile lettura è il grafico 2, in cui sono mostrati in percentuale: il numero di pazienti ricoverati in terapia intensiva, il numero di guarigioni, il numero di decessi.
Quello che colpisce è che nonostante la percentuale di pazienti ricoverati in terapia intensiva diminuisca, il numero di decessi aumenti.
Che cosa può significare questo  ?
La mia interpretazione personale è si stia manifestando una condizione di carenza di risorse, in termini di strutture e, soprattutto, in termini di personale specializzato, medico e paramedico.
Non è forse il caso di investire in tali risorse ?






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