domenica 29 gennaio 2023

Rimango a guardare




 Rimango a guardare le nubi andar via,

seguirle nel cielo in un placido volo,

rimuovere usbergo alla malinconia

e ancora una volta sognare da solo.

Le nostre esistenze son fatte di sogni,

che presto svaniscono come le nuvole,

di colpo cancellano tutti i bisogni

lasciando finire una vita incolpevole

sabato 7 gennaio 2023

"I miei più servili auguri"

 


Anche quest’anno ce l’abbiamo fatta. Siamo riusciti a superare le feste natalizie, almeno apparentemente, indenni.

“I miei più servili auguri di un distinto Natale ed uno spettabile anno nuovo”

Questo scriveva il ragionier Ugo Fantozzi sul suo biglietto di auguri, che esprimeva in forma grottesca una consuetudine che invece, purtroppo, grottesca non è.

Da sempre, infatti, gli auguri di un sottoposto al proprio superiore non sono altro che delle frasi fatte che, quasi sempre, per nulla, rappresentano i reali sentimenti.

Ad onor del vero però dobbiamo ammettere che anche i superiori non sono da meno, in fatto di banalità, nei confronti dei loro sottoposti.

Sicuramente alcuni (spero molti) ci avranno fatto caso, ma tutti gli anni, nelle aziende, il presidente, il responsabile del personale, ma anche i semplici direttori di reparto, diffondono, con il sorriso sulle labbra, lieti messaggi di auguri, che immancabilmente ogni anno reiterano gli stessi concetti:

  •  Auguri ai dipendenti ed alle rispettive famiglie di un nuovo anno di salute, felicità e successi (personali e lavorativi);
  • L’anno che sta iniziando sarà caratterizzato da numerose sfide;
  • L’anno che sta iniziando rappresenterà una svolta per l’azienda ma confermerà i successi di quello appena passato;
  • L’azienda è in possesso di tutte le carte per poter conseguire nuovi successi;
  • L’azienda fa affidamento sulla professionalità, sul senso di responsabilità e sulla collaborazione di tutti i dipendenti, nessuno escluso.

Insomma, dei messaggi talmente generalisti che potrebbero essere propinati ogni anno, esattamente uguali, cambiando solo il numero dell’anno.

È mai possibile che non si possa cercare di scrivere qualcosa di più specifico e veritiero?

E soprattutto mi chiedo perché tutti ci comportiamo così?