mercoledì 22 maggio 2024

Diventa ciò che sei

 

"La felicità non dipende tanto dal piacere, dall'amore, dalla considerazione o dell'ammirazione altrui, quanto dalla piena accettazione di sé, che Nietzsche ha sintetizzato nell'aforisma: "Diventa ciò che sei".

Così scrive Umberto Galimberti ne "I miti del nostro tempo", affrettandosi a specificare, e sintetizzo, che il problema sta tutto nella formulazione dei desideri a cui tendiamo.

Quello che mi viene da pensare è che per poter accettare il proprio sé, prima di tutto bisogna identificarlo con precisione. Se è vero che, oltre che del nostro corpo, noi siamo fatti delle nostre esperienze, dei posti dove siamo stati, delle interazioni con le persone che ci stanno vicine, dei nostri studi, delle nostre letture, ecc. ecc., è anche vero che nel mondo in cui viviamo oggi molti degli aspetti che ci caratterizzano possono essere cambiati con relativa facilità, per lo meno molta più facilità rispetto ad un tempo. Faccio alcuni esempi per cercare di spiegarmi. Se ho i denti storti, con l'aiuto di un bravo ortodontista, posso farli diventare dritti, se ho la pancia, frequentando una palestra e seguendo una dieta opportuna, posso farmi venire gli addominali, se voglio essere più colto, posso mettermi a studiare o a leggere, se ho un marcato accento siciliano, frequentando un corso di dizione posso arrivare ad avere una pronuncia italiana perfetta, se sono un ingegnere, posso iscrivermi alla facoltà di medicina e diventare un medico, e via discorrendo. Intendo dire che se davvero desideriamo cambiare qualcosa del nostro essere, al giorno d'oggi, abbiamo le opportunità per poterlo fare. 

Ed allora , che cosa vuol dire piena accettazione di se?

Ecco, forse si tratta proprio di identificare le nostre caratteristiche che "strutturalmente" non possono essere cambiate (attenzione, non per mancanza di volontà) e comportarci di conseguenza. 

Quindi, diventa ciò che sei e che non puoi cambiare.


Il dipinto è di Jorg Immendorff

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